La casetta dei libri


Tramite il sito Parola di mamma sono venuta a conoscenza di questo luogo incantato: Cà di leber (casetta dei libri nel dialetto bergamasco). Una fiabesca casetta di legno in un paesino di circa 700 abitanti chiamato Songavazzo (BG), inaugurata nel 2011. Incredibile, abito in provincia di Bergamo e non lo sapevo! Una bellissima iniziativa per niente pubblicizzata (si vede che non fa audience: di solito si pubblicizza solo la visita del rin-tronista o della velina o di Peppa Pig al centro commerciale...) È una piccola baita piena di libri, senza regolamento o orario d’apertura, quindi aperta giorno e notte, dove chiunque può entrare gratuitamente per leggersi un libro oppure può portarselo a casa e leggerlo con calma. Di notte bisogna portare una torcia perché la casetta non è fornita di elettricità. Sarebbe buona norma però lasciare a nostra volta un libro, per contribuire alla crescita dei volumi presenti. Nella zona esterna ci sono delle panchine, dove si può leggere in mezzo alla natura e dove si gode di una bellissima vista panoramica. E, strano ma vero, per il momento nessun atto di vandalismo.

Ho deciso di fare un po’ di ricerche su internet (a Sherlock Holmes gli faccio un baffo) e ho scoperto che, visto il successo di Songavazzo, sono state inaugurate il mese scorso altre 12 casette per lo scambio di libri nel territorio della Val Seriana. Anche stavolta però non ne sapevo nulla... E qui mi sorge spontanea la domanda: sono io che vivo in un’altra dimensione, completamente fuori dal mondo, ed è per questo che non sono aggiornata sulle novità, oppure iniziative di questo genere non sono pubblicizzate a sufficienza? È vero che ormai non guardo quasi più i telegiornali, ma solo cartoonito, rai gulp e rai yoyo... È vero che non faccio conversazione con i miei colleghi di lavoro (che sono i water e i bidet, la spiegazione in quest’altro POST), però parlo con le amiche e anche loro non lo sapevano. Solo il fatto che ci siano ancora delle persone che leggono libri dovrebbe già fare notizia! Il fatto poi che i libri non spariscano per essere rivenduti al libraccio ancora di più...

Spero a breve di visitare una di queste casette per dirvi qualcosa in più. Porterò con me l’altra colf anarchica e lasceremo in dono, tra gli altri, anche il nostro libro.

Comunicazione importante per i vandali: se proprio dovete rubare un libro, per favore rubate il nostro, fatelo per la nostra autostima...

Extreme Ironing


Avete presente quando vostro marito vi strarompe che vuole stirare lui le vostre camicette? Ehm... no, non l'avete presente. Allora vi suggerisco fortemente di proporgli l'extreme ironing: siccome trattasi di megacazzata, sicuramente la proverà (se poi lo filmate ditemelo: organizzo un LOLday su you tube, tra amiche:-).            

L’extreme ironing è uno sport estremo inventato nel 1997 da Phil Shaw che, non volendo rinunciare ad andare a scalare per via della quantità di roba da stirare, decise di prendere due piccioni con una fava e di fare tutte e due le cose insieme. 

Questo sport consiste nel portare l’asse da stiro in posti assurdi e stirare alcuni capi di vestiario. Chi pratica questo sport lo definisce come “il più nuovo degli sport rischiosi, che combina il brivido di un’attività estrema all’aria aperta,  alla soddisfazione di una camicia senza grinze”.

Stirare sopra una tavola da surf, o mentre si scala una montagna, o mentre ci si butta col paracadute oppure appesi a un albero, sono soltanto alcuni modi per praticare quest’attività, basta usare l’immaginazione.

Beh, lasciatemi dire come la penso: trovo che sia già abbastanza estremo dover stirare quando fa caldo!!! Però, se dovessero inventare una corsa a ostacoli, mentre si passa l’aspirapolvere e con un bambino in braccio, credo sarei già abbastanza allenata. 

Ammirate le imprese degli sportivi in queste fotografie. Come potete notare, è uno sport praticato quasi esclusivamente da uomini. Per le donne, essendo di natura multi-multi-multi-tasking, non è uno sport, ma la loro quotidianità.  

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